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Corte d’Appello di Torino: 285,66€ al mese sono contro la Costituzione Italiana

Secondo l’INPS (Istituto Nazionale Previdenza Sociale) 285,66 € al mese di pensione di invalidità sarebbero sufficienti per vivere.

Ma pochi giorni fa c’è stata una sentenza che rimarrà nella storia: il giudice della sezione lavoro della Corte d’Appello di Torino ha definito l’importo di 285,66€ mensili in contrasto con l’articolo 36 della Costituzione Italiana.

L’Art. 36 recita:

Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.

Non c’è dubbio che nel 2020 con 285,00€ non si possano acquistare più gli stessi beni e servizi di 20 o 30 anni fa.

Questa cifra oggi non è sufficiente neanche a “coprire” l’affitto di un monolocale nelle principali città Italiane.

Questa notizia sicuramente resterà nella storia perché è stato di fatto dichiarato apertamente che non siamo economicamente tutelati dallo Stato.

C’è una grandissima differenza però tra l’ammissione di colpa, ed un intervento pratico e concreto che aiuti a trovare una soluzione “pro-cittadini”.

In termini ancora più semplici la domanda da porsi è:

Qual è quindi la cifra che riceverà da domani mattina un invalido al 100%?

La risposta ancora oggi non è precisa. Si sta ancora discutendo se sarà considerata anche retroattiva, cosa che dovrebbe essere “indiscutibile”, altrimenti vorrebbe dire che chi avesse subito una sfortuna ieri abbia meno bisogno di un invalido di domani.

Ma soprattutto cosa succede da domani a chi non è invalido al 100%, ma all’80, 75, 70%?

Da una ricerca in rete questa notizia ha letteralmente fatto rivoltare la maggior parte degli invalidi. Riporto alcuni commenti:

Elsa: “Quindi chi ha il 75 per cento sta bene? Con diagnosi grande male epilessia.. Il danno è la beffa visto che quando ho passato la visita per il lavoro e mi hanno detto che non avrei potuto lavorare certo 8/9 euro al giorno ci bastano... Signori e signore siamo ricchi… Urra.. Che vergogna“.

Manuele: “io ho 80% di invalidità con una pensione di 297 euro e non mi spetta l’aumento ma devo vivere cosi, ma se scriviamo un testo tutti e lo inviamo alle istituzioni? Ci facciamo sentire perché la legge è uguale per tutti non dobbiamo essere discriminati in questo modo, tutti dobbiamo vivere dignitosamente”

Francesco: “Perché tutti quelli che hanno dal 74 percento in poi fino al 99 nn sono invalidi, nn é anticostituzionale anche per questi? e inaccettabile perché loro sanno che ormai chi ha anche il 74 percento e fuori dal lavoro, é un’ ingiustizia.

Jorge: “La Corte Costituzionale o ha sbagliato o veramente ha voluto discriminare gli altri disabili che, non riuscendo a trovare lavoro per se stessi, a causa della loro menomazione, o che non essendo mai chiamati dai Centri per l’Impiego per l’avviamento al collocamento mirato ai sensi della L. 68/99, dovranno continuare con la condanna di vivere e morire in povertà, dunque senza dignità. Pertanto, ciò non solo si chiama DISCRIMINAZIONE ma si chiama anche TRATTAMENTO DEGRADANTE da parte dello Stato Italiano. Devono intervenire urgentemente le associazioni per tutte le categoria di disabili e gradi di disabilità, perché l’Art. 38 della Costituzione inizia recitando “Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere […]”, invece il comunicato stampa della Corte recita: “per le persone TOTALMENTE inabili al lavoro per effetto di GRAVI disabilità […]; dunque, a mio parere la Corte, con la parola “TOTALMENTE” e con la parola “GRAVI”, ha inserito un vizio nella sentenza abusando di quanto la Costituzione precetta, la quale non fa distinzione di categorie di disabili e di gradi di disabilità. Così facendo la Corte, ha messo in piedi di guerra disabili contro disabili, poveri contro poveri.

Questi sono solo alcuni dei commenti di chi sta già vivendo questo problema e sa perfettamente cosa significa non poter lavorare e non avere i soldi per la spesa.

Queste persone pur non avendo i soldi per fare la spesa, sono in una condizione privilegiata rispetto ad altri.

Sì, perché ad aggravare la situazione c’è l’assegno ordinario di invalidità che continua ad avere sempre le stesse condizioni.

C’è chi percepisce zero pensione e zero reddito.

Per fare un esempio molto semplice a chiunque venga riconosciuta un’invalidità per infortunio o malattia (avvenuti fuori dal luogo lavorativo con invalidità dall’ 1 al 66%) verrà dato ZERO.

Sicuramente 1, 2, 5 punti di invalidità non stravolgono completamente la vita, ma 50 / 55 / 65 % sono invalidità serie che in molti casi non permettono neanche normali attività lavorative.

Per i meno “esperti”, considerate che il massimo è il 100%, quindi 65% non è proprio un “graffio”.

Quindi se pur non si ha la possibilità di svolgere il proprio lavoro, l’INPS in questo caso non interviene neanche con i 285,66 €.

Come possiamo intervenire noi cittadini se queste sono le leggi?

Prima di tutto il passo più importante – anche se può sembrare scontato -è la consapevolezza del potenziale problema.

Tendenzialmente il nostro cervello ci porta a distaccarci mentalmente dai problemi per non farci soffrire. È una sorta di meccanismo di autodifesa che scatta per farci evitare il dolore.

Ci sono tre modi di pensare quando si parla di malattie, infortuni o addirittura del “caso peggiore”:

  1. C’è chi si sente immortale come highlander e non si preoccuperà mai di trovare una soluzione di “prevenzione” che garantisca una continuità economica. Non per colpa sua, ma per via del falso mito che ci hanno sempre inculcato: “pago le tasse, quindi sono tutelato dallo stato”.
  2. C’è chi si rende conto, si informa, inizia a pensarci, ma continua a rimandare senza agire.
  3. Coloro che intervengono tutelando immediatamente le entrate per il loro bene e di tutta la famiglia.

Fino a Marzo di quest’anno quando è arrivato il Covid-19 chi era nel caso uno ha subito uno scontro frontale contro un muro che non riusciva a vedere, probabilmente modificando il suo modo di pensare e passando tra le persone al punto due.

Chi è nella seconda situazione, ovvero si informa, ma non agisce è meno giustificato dell’uno perché conosce il rischio. Quindi dovrebbe agire per passare al punto tre.

A meno che tu non sia stato colpito da vicino – cosa che mi dispiacerebbe tanto – il Covid è stato per la maggior parte un colpo “psicologicamente devastante” e solo per pochi è stato anche “economicamente devastante”.

Intendo dire che per maggior parte delle persone che hanno continuato a percepire lo stipendio, il virus ha “messo un seme nei nostri pensieri” aiutandoci a riflettere sulle vere priorità della vita.

Per chi invece si è trovato in vera difficoltà economica con entrate dimezzate o addirittura azzerate, il Covid ci ha confermato che nei casi peggiori con problemi di salute ci sono solo due cose che non devono mancare:

  1. La liquidità per pagare l’affitto / mutuo
  2. Il denaro per fare la spesa

Avere i soldi per pagare l’affitto o il mutuo intendo dire soldi veri disponibili. Poco importa se abbiamo comprato la casa con un mutuo, perché se si smette di pagare, nel giro di 5 / 6 mesi tendenzialmente si è senza casa. Lo stesso vale per l’affitto, anzi dopo 20 giorni per legge il padrone di casa ha diritto di chiedere lo sfratto.

Nel caso migliore in cui la casa è di proprietà, stiamo parlando comunque di un bene “poco liquido”, ne perlerò più avanti con un articolo dedicato. Rivenderla non avviene in tempi brevi. Per questo servono delle riserve liquide, denaro “vero”.

Una volta che mi sono assicurato un tetto sopra la testa devo anche avere la possibilità di comprare gli alimenti per me e per la mia famiglia.

Quindi, l’unica cosa che conta è il denaro che io ho disponibile immediatamente per soddisfare questi bisogni primari.

Pur essendo razionalmente cose “scontate” ci ritroviamo ad essere coinvolti dalla quotidianità dando priorità errate.

Così ci ritroviamo con “abbonamenti inutili”, con aperitivi di troppo, shopping sfrenati, iphone sempre più nuovi e vacanze finanziate a rate.

Ogni cittadino è ovviamente libero di spendere i propri guadagni nel modo in cui meglio crede, finché rispetta gli altri.

Il problema è che un imprevisto di salute spesso si traduce in un imprevisto economico che quasi sempre ricade sulla famiglia, sui figli.

Oggi si chiama Covid, domani si può chiamare infortunio, malattia, perdita del lavoro o imprevisto qualsiasi che fa sparire le tue entrate aumentando spesso anche le uscite.

Il risultato è quasi sempre un futuro economico rovinato, spesso tradotto in povertà assoluta.

Non voglio sembrare cinica, spietata o crudele. So quanto è doloroso trovarsi in situazioni simili, ma trovo anche poco responsabile non pensare in anticipo a come tutelarsi.

Nella maggior parte dei casi siamo a poche decine di euro dalla salvezza economica della famiglia, senza saperlo.

Anche qui non per mancanza di intelligenza, ma perché in Italia ci manca la cultura. Perché le assicurazioni erano un “di più” fino a che lo Stato ci copriva su tutto.

Perché la maggior parte gli assicuratori hanno sempre e solo fatto i propri interessi.

Ed è proprio per questo che da anni combatto contro queste tematiche.

Nel mio piccolo provo a garantire sicurezza agli italiani che sentono di non avere più garanzie dallo stato.

Ripeto, spesso siamo a poche decine di euro dalla soluzione per mettere una “garanzia” al reddito, ma non lo sappiamo.

Se anche non vuoi chiedere consulenza a me, per il tuo interesse è fondamentale che segui questi 3 punti:

  1. Non contattare un “venditore” che ha interessi nel proporre il proprio prodotto;
  2. Chiedi un’analisi oggettiva, fatta di numeri costruiti alla perfezione sulla tua situazione personale.
  3. Paga solo su risultato. Solo in seguito all’analisi e solo se ha portato realmente un miglioramento, proteggendo la famiglia.

Se ti serve un supporto per capire come poterti proteggere da situazioni di questo tipo e vuoi avere al tuo fianco qualcuno che lavori per te e non per banche e compagnie assicurative, qui trovi ancora più informazioni su come proteggere al meglio la tua famiglia.

 

A presto.

Lady Jessica

 

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  • Incredibile… lo stato oramai non c’è più. Fortuna che c’è qualcuno che almeno comunica queste informazioni

    grazie

    Rispondi

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